L’Arena Castellano
Il cognome Castellano a Gioia del Colle è legato al mondo dello spettacolo: cinema e teatro. Di un altro ramo della famiglia Castellano, il più noto Mimmo, fotografo grafico, designer, abbiamo parlato in un articolo a lui dedicato e pubblicato su questo sito in data 10 settembre 2007. Sin dagli anni ’30 abbiamo riscontro che […]
Il cognome Castellano a Gioia del Colle è legato al mondo dello spettacolo: cinema e teatro.
Di un altro ramo della famiglia Castellano, il più noto Mimmo, fotografo grafico, designer, abbiamo parlato in un articolo a lui dedicato e pubblicato su questo sito in data 10 settembre 2007.
Sin dagli anni ’30 abbiamo riscontro che la famiglia Castellano ha operato nel settore della cinematografia.
Nel 1930 il Teatro comunale di Gioia, su esplicita richiesta, viene dato in concessione all’impresa Giuseppe Castellano, per quattro anni. Il Teatro in quegli anni presentava due ordini di palchi e una capienza di 230 posti a sedere.
Nel 1944 registriamo la concessione del Teatro comunale all’impresario Castellano per il periodo novembre 1944-maggio 1945.Nel 1945 viene prorogata la concessione al Castellano fino al 31 gennaio 1947.
Il teatro Rossini fu maggiormente utilizzato come sala per proiezioni cinematografiche.
Antecedentemente al 1942 tra via Flora e Via Ugo Bassi era presente un giardino con alcuni manufatti che comprendevano anche locali adibiti ad abitazione, che, all’indomani della Seconda Guerra mondiale, alla scadenza del contratto di gestione del Teatro comunale, e precisamente nel 1848, fu adibito ad arena ossia a cinema all’aperto, che, dal nome del gestore, il signor Castellano, venne chiamato Arena Castellano.
Durante il periodo primaverile e soprattutto in quello estivo si avviava la programmazione serale con proiezione di film appena messi in commercio, approfittando delle calde serate e del tempo favorevole.
Alla morte del titolare la gestione del cinema passò alla moglie, la quale nel 1968 dette in locazione la struttura ad un gestore di Bari, il signor Santalucia. Costui apportò alcune modifiche alla struttura, per renderla più accogliente e confortevole, con un nuovo schermo ed attrezzature, creando tra l’altro una fitta siepe di piante, di fiori e di rampicanti lungo i lati perimetrali.
Successivamente la struttura è stata presa in gestione dai figli del Castellano ed è stata utilizzata sia per proiezione di film sia per conferenze, incontri e manifestazioni culturali e politiche.
Verso la fine del Novecento, a causa della crisi che interessò il settore della cinematografia e anche per le ininterrotte programmazioni di una serie infinita di film su molti canali televisivi, offerti gratuitamente ai telespettatori, l’Arena Castellano ha subito dei seri contraccolpi e per questo ha dovuto chiudere battenti.
I signori Castellano, nelle persone dei fratelli Giuseppe, Claudio e Giancarlo, in data 23-4-2003 presentarono una pratica edilizia per la costruzione di un edificio ad uso servizi sull’area di loro proprietà, posta ad est dell’edificio scolastico Mazzini, cioè quella occupata dall’Arena Castellano.
Tale circostanza era stata rappresentata al sindaco e l’ingegnere comunale, dopo aver avuto l’ autorizzazione dal capo dell’Amministrazione, nel mese di dicembre del 2003 prospettò ai signori Castellano il raggiungimento di un accordo di programma che prevedesse la realizzazione a cura e spese degli stessi Castellano di una palestra con relativi accessori, da ubicare su parte del suolo di loro proprietà, posto ad est dell’edificio scolastico Mazzini, da cedere gratuitamente al Comune con la contropartita, da parte del Comune, di trasformare la tipizzazione urbanistica del suolo, esteso mq. 1107,5, da zona F1 per servizi di quartiere in zona residenziale B1.
I signori Castellano avevano aderito all’invito delegando il tecnico di loro fiducia a redigere un progetto edilizio che prevedeva la realizzazione, sul suolo predetto, di una palestra con relativi accessori a piano terra di mq. 338 e di un edificio residenziale composto da due piani sotto il livello stradale, piano terra e tre piani sovrastanti. L’accordo di programma oltre la consegna della palestra per le scuole Mazzini e Losapio, prevedeva la concessione gratuita al Comune di una sala per servizi collettivi di quartiere a primo piano, con scala di accesso ed ascensore di uso esclusivo, di complessivi mq. 240.
Il 3 febbraio 2004 il dirigente dell’Ufficio tecnico comunale di Gioia formulava al sindaco la seguente proposta di permuta da considerare a base dell’accordo di programma per quanto riguardava la posizione del Comune:
- si ritiene accoglibile la nuova progettazione dell’ing. Milano, tecnico di fiducia dei signori Castellano, che prevede la cessione gratuita al Comune della palestra con gli accessori di piano terra di mq. 338 e della sala per attività collettive a primo piano di mq. 240 munita di scalinata autonoma con la prescrizione di integrare la progettazione con un ascensore che colleghi il piano stradale con il 1° piano a servizio dei portatori di handicap
- si ritiene accettabile la realizzazione di unità residenziali in sopraelevazione di 2° e 3° piano dell’area solare della sala di 240 mq. Da cedere al Comune poiché non è del tutto recuperabile la volumetria residenziale sottratta dalla sala stessa a livello di 4° piano in quanto sul lato est non è realizzabile il quarto piano a causa della larghezza stradale di via Giunone
- le valutazioni economiche delle opere da cedere al Comune gratuitamente e dell’incremento di valore del suolo edificatorio con la trasformazione della destinazione urbanistica da F1 – servizi di quartiere – a B1 – residenziale – viene riproposta come segue …
Dopo l’iter previsto dalle allora disposizioni di legge, la proposta ‘Ristrutturazione urbanistica in variante al P.R.G. per la realizzazione di una palestra per la scuola elementare Mazzini e sovrastante sala ad uso servizi di quartiere’ fu portata in Consiglio comunale, per l’adozione, per ben tre volte, a partire dal 5 aprile fino al 28 maggio del 2004, ma il punto non venne discusso per mancanza di numero legale.
Dopo qualche anno la richiesta di costruzione fu ripresentata dal titolare dell’impresa che intendeva costruire sul suolo in cui insisteva l’Arena Castellano e fu firmato il Permesso di costruire n.96/2010, rilasciato in data 2-12-2010 ai germani Castellano e alla società TECNOCOSTRUZIONI S.r.l.
Ironia della sorte: con l’abbattimento dell’Arena, si è aperta una nuova “arena”, non intesa come luogo in cui si combattono due avversari, come avveniva nell’antica Roma; una arena, sede di una disputa non con armi vere, ma con armi legali, tra i proprietari e il costruttore, da una parte, e alcuni cittadini contrari a quella lottizzazione, da un’altra parte.
Poiché il suolo era tipizzato come zona F1, quindi deputato a servizi, furono presentati ricorsi e si impiantò un contenzioso, che portò a una serie di sequestri dell’immobile in costruzione.
Infatti, dopo il silenzio all’“Atto di Significazione e diffida”, indirizzato ed inviato il 1 febbraio 2011 all’allora sindaco da parte del dott. Vito Antonio Vinci, il 25 febbraio furono interessati sia la Provincia, la Regione, il Procuratore della Repubblica di Bari e il comando sella Guardia di Finanza di Gioia del Colle, al fine di ottenere sia “l’annullamento del P. d. c. (Permesso di costruire) che il sequestro preventivo dell’area e delle opere su di essa edificate, laddove si ravvisasse che ne ricorrevano i presupposti”.
Il 21 settembre 2011, in base all’art. 253 del c.p.p. (codice di procedura penale), gli agenti del Corpo Forestale dello Stato, Comando Stazione di Gioia del Colle, hanno posto sotto sequestro il complesso edilizio ex Arena Castellano.
Si è trattato di un “sequestro probatorio”, che “il vigente codice di procedura penale annovera tra i mezzi di ricerca della prova, ossia tra gli strumenti appannaggio del Pubblico Ministero e della Polizia Giudiziaria finalizzati alla ricerca degli elementi di prova. Esso era strettamente collegato alla perquisizione essendone spesso una diretta conseguenza”.
Il cantiere, successivamente è stato dissequestrato in data 13 ottobre 2011, essendo risultate veritiere le affermazioni dei proprietari dell’area, che i manufatti esistenti sull’area prima del loro abbattimento per dare inizio alla nuova costruzione, erano antecedenti al 1942, anno in cui fu introdotta la previsione del rilascio della concessione edilizia nei perimetri urbani sino ad allora non ancora contemplata dalla legge.
Il 23 marzo 2012 sono stati nuovamente posti i sigilli, mentre il successivo 25 maggio, dopo la decisione del tribunale del riesame, i sigilli sono stati tolti.
La famiglia Castellano ha preso successivamente in gestione il Teatro della parrocchia di Santa Lucia, come sala cinematografica e per alcuni spettacoli teatrali e successivamente ha provveduto alla costruzione di una multisala cinematografica, denominata Seven Cineplex, per la presenza di sette sale, passate poi ad otto, che ha gestito direttamente fino agli inizi del 2018 per passare a gestire altre sale in altri Comuni viciniori.
Dal 1° febbraio 2018 la multisala Seven Cineplex, con i suoi 1295 posti a sedere, è entrata a far parte del circuito UCI Cinemas Italia, società del più importante Gruppo Cinematografico Europeo: ‘Odeon Cinemas Group.
Il signor Giancarlo Castellano per una stagione è stato gestore del Teatro comunale di Gioia. Ha svolto il compito di Presidente dell’Agis Puglia e Basilicata, referente dell’USPI per 5 anni, fino ad aprile del 2011 ed è restato nel direttivo dell’Associazione, ricoprendo il ruolo di Vice Presidente.
È stato componente del Consiglio Direttivo Anec Puglia e Basilicata per il triennio 2017-2020 per la Provincia di Bari.
Con la costruzione dell’immobile in via Flora-Ugo Bassi-Giunone è andato perduto un altro angolo caratteristico del nostro Comune, un pezzo della storia di Gioia.
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18 Gennaio 2021