La festa dell’Immacolata Concezione a Gioia del Colle
La devozione per la Madonna Immacolata è molto sentita a Gioia del Colle. Numerose sono le statue e i dipinti in diverse Chiese di Gioia, che raffigurano L’Immacolata. Nella Chiesa dedicata a Sant’Andrea opera la Confraternita dell’Immacolata, fondata nel 1721 e l’8 dicembre vi si festeggia la Madonna Immacolata. Nella Chiesa Madre sul terzo altare […]
La devozione per la Madonna Immacolata è molto sentita a Gioia del Colle. Numerose sono le statue e i dipinti in diverse Chiese di Gioia, che raffigurano L’Immacolata. Nella Chiesa dedicata a Sant’Andrea opera la Confraternita dell’Immacolata, fondata nel 1721 e l’8 dicembre vi si festeggia la Madonna Immacolata.
Nella Chiesa Madre sul terzo altare di sinistra è presente un dipinto su tela raffigurante la Madonna Immacolata fra un coro di angeli, opera di Vito Leonardo Bosca, anno 1798. Nella Chiesa di San Francesco sulla parete di fondo del presbiterio è presente una tela dipinta ad olio del XVIII secolo, raffigurante l’Immacolata e i Santi Vito e Modesto. Nella stessa Chiesa è presente un’altra tela ad olio raffigurante l’Immacolata tra San Vito e San Marco, opera del XVIII secolo. Un altro dipinto della Madonna Immacolata è presente nella sacrestia della stessa Chiesa. Una tela raffigurante l’Immacolata tra due santi francescani, risalente al secolo XVII, è presente nella Chiesa di Sant’Antonio. La presenza dei dipinti nelle Chiese di San Francesco e di Sant’Antonio si spiega con il fatto che anticamente la ricorrenza della Madonna Immacolata a Gioia si festeggiava nella Chiesa di Sant’Antonio, retta dai Frati Minori Francescani Riformati, dove nel 1600 officiava una Confraternita a lei intitolata. Nella Chiesa dell’Immacolata di Lourdes sono presenti due statue dell’Immacolata, una delle quali vene portata in processione il giorno 11 febbraio, giorno in cui ricorre tale festività.Di seguito riporto una ricerca sul culto dell’Immacolata a Gioia, effettuata dal nostro concittadino, l’insegnante Giuseppe Montanarelli.
Dall’infinito Amore di Cristo verso la Madre, preredenta e colmata di Spirito Santo dal primo istante della Sua esistenza, è derivato il singolare privilegio dell’Immacolata Concezione. Già dalle origini del Cristianesimo, Maria venne venerata dai fedeli come la ‘Tutta Bella’ e fu ritenuta esente dalla colpa originale. La festa già nel VII secolo era apparsa in Oriente e nell’Italia meridionale soggetta ai Bizantini.
Nel 1476 fu inclusa nel calendario Romano. Nel 1570 Papa Pio V pubblicò il nuovo Ufficio e nel 1708 Papa Clemente XI estese la festa a tutta la Cristianità.
Con la bolla ‘Ineffabilis Deus’ dell’otto dicembre del 1854, Papa Pio IX definì solennemente il dogma, e quattro anni dopo la Vergine Maria apparve a Santa Bernardetta Soubirous, a Lourdes, in Francia, dicendole: ’Io sono l’Immacolata Concezione’.
Il culto per l’Immacolata è stato sempre sentito e molto praticato a Gioia del Colle. Anticamente veniva celebrato liturgicamente presso il Convento di San Francesco di Assisi, con l’inaugurazione del Presepe monumentale, istituito dallo stesso Santo a Gioia, ed il Convento di Sant’Antonio da Padova, essendo la Celeste Patrona dell’Ordine Francescano Secolare.
L’Immacolata veniva festeggiata anche in Chiesa Madre, dove oltre all’altare devozionale c’era una statua lignea, conservata insieme alla statua di San Filippo Neri nel Cappellone del Santissimo Sacramento. La festività venne poi celebrata nella Chiesa di Sant’Andrea, sede dell’Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione e veniva inaugurata da un solenne novenario di preghiera che iniziava il giorno 30 Novembre. L’officio liturgico si svolgeva in concomitanza della ‘Festa delle triglie’ in onore di Sant’Andrea Apostolo e Martire, titolare della Rettoria omonima, dedicata anticamente a Santa Sofia Vedova.
Il culto del pescatore di Betsaida in Galilea, nato il 28 giugno dell’anno 07 a.C., era diffuso tra le famiglie Gioiesi di origine greca. Sant’Andrea fu discepolo di San Giovanni Battista ed il primo fra gli Apostoli a riconoscere Gesù, come Messia inviato da Dio. Predicò nella Scozia, nell’Epiro, nella Acaia ed a Patrasso subì il martirio su di una croce a forma di per o ics, il 30 novembre dell’anno 62 d.C.
Il suo corpo si venera nella Cattedrale di Amalfi e sull’altare maggiore dell’omonima Chiesa gioiese, sono conservate alcune sue reliquie ossee del braccio sinistro. In particolare le sue reliquie furono trasportate da Patrasso a Costantinopoli nel 357 e quindi ad Amalfi. La sua testa, giunta a Roma nel 1462, è stata restituita alla Grecia da Papa Paolo VI. La festa del fratello di San Pietro prevedeva l’accensione di un grande falò e la degustazione di pane casereccio, vino primitivo e pesce arrostito, tra cui le caratteristiche triglie, molto apprezzate dallo stesso Santo pescatore.
La preparazione della liturgia culminava con la festa delle ‘Figlie di Maria’ e cioè con la consacrazione di ragazze pure alla Vergine Immacolata. Le fanciulle contraevano un vincolo con la Madonna, dedicandosi alla diffusione della devozione mariana e ritardando l’età di maritaggio. Le ‘Figlie di Maria’, dopo aver rinnovato i propri voti con una speciale formula, precedevano il carro trionfale che trasportava la statua dell’Immacolata, che anticamente veniva prelevata dalla Chiesa Madre. Le fanciulle portavano sulla fronte tre nastrini bianchi e recavano nelle mani una candela ed un giglio di stoffa.
Questa pratica devozionale è decaduta a partire dalla fine del secolo scorso. I Gioiesi celebravano la festa dell’Immacolata con la fiaccolata serale davanti al carro trionfale adorno di fiori e drappi, con le luminarie, i fuochi pirotecnici e le bande musicai. La processione percorreva le strade extramurali che circondavano il borgo antico.
Lo struscio avveniva in Via Concezione, abbellita da arcate minori. Un prospetto luminoso veniva montato sulla facciata della Chiesa e sull’altare maggiore veniva allestito ‘l’apparato’ o Torre Davidica dell’Immacolata. La cassa armonica era posta all’inizio dell’attuale Via Canova. Rinomati concerti musicali e la Banda delle ‘Fave Bianche’ allietavano le due giornate festive che si concludevano con i fuochi pirotecnici.
La processione serale terminava con la supplica cittadina e con la santa benedizione per allontanare le tentazioni corporali. Al rientro della statua in Chiesa, si incendiava la ‘rotella pazza’.
Per la festività mariana si consumava ‘l’olio buono’ dell’annata, friggendo in strada: ceci, ‘pupi’ e ‘pettole’, tocchi di pasta lievitata, farcita con acciughe, mozzarella e pomodoro o ‘indorata’ nello zucchero. Inoltre, in questo stesso giorno, secondo la tradizione francescana, venivano allestiti i presepi natalizi domestici e si addobbavano, anche con la frutta, gli appartamenti in previsione delle imminenti festività.
La festa esterna dell’Immacolata è stata ridimensionata con la regolamentazione dei sacri riti. Attualmente la festività prevede un novenario di preghiera, offici liturgici, processione su carro trionfale, luminarie, banda musicale e fuochi pirotecnici.
San Filippo Neri, nel suo Oratorio celebrava la festa liturgica di Sant’Andrea e la solennità dell’Immacolata Concezione della Santa Vergine Maria. In particolare, Sant’Andrea veniva celebrato con l’ufficio della Santa Messa solenne, il panegirico e la realizzazione, con la relativa benedizione, delle reti che venivano offerte ai pescatori tiberini. San Filippo Neri donava gratuitamente pani e pesci ai poveri ed ai suoi ragazzi oratoriani.
Il Santo fiorentino celebrava solennemente la festa della Concezione pura della Madonna, con la Santa Messa solenne, il panegirico, le litanie mariane e la supplica. San Filippo Neri abbelliva con fiori bianchi gli altari e le edicole mariane delle vie romane, accogliendo le donne e le ragazze povere, affidandole ala potente intercessione della Madonna, consacrandole ‘Figlie di Maria’. La ‘festa della Purezza’, come soleva definirla, prevedeva nel pomeriggio il Santo Rosario comunitario meditato e la realizzazione di fiori di stoffa, venduti per realizzare lavoro ed opere caritatevoli.
In questa data San Filippo Neri allestiva il Presepe sacro francescano, diffondendo la pia pratica devozionale presso le famiglie romane, incentivando una sorta di gara benefica tra chi realizzava la Natività più significativa, umile ed originale.
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8 Dicembre 2020