Da Gioia del Colle a New York: Pietro Capodiferro, un artista a noi sconosciuto.
Riporto una ricerca del nostro concittadino Francesco Capodiferro su un suo parente che si è distinto come musicista e celeberrimo solista di tromba e cornetta a New York durante i primi quattro decenni del ‘900. L’ondata migratoria di immediata fine ‘800 e prima metà ‘900 dall’Italia agli Stati Uniti d’America ha visto molti uomini e […]
Riporto una ricerca del nostro concittadino Francesco Capodiferro su un suo parente che si è distinto come musicista e celeberrimo solista di tromba e cornetta a New York durante i primi quattro decenni del ‘900.
L’ondata migratoria di immediata fine ‘800 e prima metà ‘900 dall’Italia agli Stati Uniti d’America ha visto molti uomini e donne abbandonare la madrepatria in cerca di un riscatto sociale ed economico. Alcuni migranti sono poi diventati personaggi noti in terra d’America ma al contempo dimenticati nelle terre d’origine.
Un uomo a noi sconosciuto, di cui non si trova menzione nei libri di storia locale, legato a Gioia del Colle, è Pietro Capodiferro il cui nome e la cui storia è gradualmente emersa durante la personale e meticolosa ricerca genealogica dell’omonimo cognome. È stato faticoso trovare e mettere a confronto le fonti per delineare una storia veritiera e attendibile.
Pietro Capodiferro è stato un famosissimo musicista e celeberrimo solista di tromba e cornetta a New York e la sua carriera ha ricoperto i primi quattro decenni del ‘900, tutt’oggi ricordato nelle riviste specializzate d’oltreoceano.
La storia di Pietro è legata a quella del padre, Vito Antonio. Il capofamiglia Vito Antonio Capodiferro, nato a Gioia l’11 dicembre 1854 da Pietro e Pasqua Maria Curione, è un musicante; così sono definiti all’epoca coloro che suonano nelle bande musicali. La sua carriera è peregrina fra le diverse città pugliesi in cui milita con la sua professione. La militanza bandistica di Vito Antonio è testimoniata dalle nascite dei suoi figli che vengono dichiarati in diversi paesi: Pasqualina nasce ad Acquaviva il 1 aprile 1881; Pietro, Acquaviva, 13 ottobre 1882; Maria Pasquale, Conversano, 7 maggio 1888; Cornelia, Canneto, 7 giugno 1892; Angela Rosa, Gioia, 15 gennaio 1898. Di tre figli non si riesce a individuare il luogo di nascita: Anna (1894); Vincenzo (1895); Giovanna (1897). La compagna di Vito Antonio, il cui nome è a volte omesso, a volte citato negli atti di nascita con la specifica di “donna non coniugata”, è Nunziata Maria Giandomenico, nata a Gioia il 25 marzo 1858 da Giuseppe e Cornelia Capurso.L’intero nucleo familiare di Vito Antonio, esclusa Cornelia, deceduta, compare negli Stati Uniti nel 20° censimento della popolazione del distretto di Manhattan, nel giugno 1900. Il capofamiglia Vito Antonio e il figlio Pietro, entrambi connotati con lavoro di “musician” dichiarano come anno di immigrazione il 1898 mentre Nunziata, con i figli Maria, Anna, Vincenzo e Angela, anch’essi presenti nello stesso censimento, sono da poco arrivati a New York, nel medesimo anno, il 1900.
Pietro, musician, che ha ricevuto l’educazione musicale dal padre, avvia a New York una brillante carriera di trombettista. Il suo nome è costantemente se non quasi quotidianamente citato nelle pagine di spettacolo delle testate giornalistiche della città americana e più di una volta viene stilato un curriculum che, seppur stringato per esigenze giornalistiche, è di per sé notevole; esempi sono cifrabili nel The Pittsburg Press del 5 marzo 1923 (pagina 18), Meridien Record (Monday Morning) del 5 marzo 1928 (pagina 3), The Meridien Daily Journal del 2 marzo 1929 (pagina 7).
Iscritto nelle liste del servizio militare di leva USA il 12 settembre 1918, Pietro dichiara una data di nascita di poco anticipata alla reale, Italy, October 7th 1882, (un errore di memoria o errore nei documenti di immigrazione?), mentre alla voce “impiego lavorativo” e “datore e luogo di lavoro” scrive musician – Metropolitan Opera, 39th street Broadway NY.
Moglie di Pietro è Clelia Grillo: la licenza di matrimonio è negli elenchi di New York City col numero 19753 del 14 agosto 1915.
A New York la carriera musicale comincia come solista nella Twenty-Second Regiment Band. Nel 1902 suona nella New York Symphony Orchestra forse assistendo allo scambio di direzione d’orchestra da Emil Paur a Walter Damrosh (figlio di Leopold Damrosh, fondatore della New York Symphony Society).
Segue la scritturazione nell’orchestra del Manhattan Opera House. Le testate giornalistiche dell’epoca fanno riferimento a Pietro Capodiferro nella prima stagione 1905-1906, stagione di fondazione della stessa istituzione. Storicamente la prima esecuzione di inaugurazione avviene il 3 dicembre 1906 con la Norma di Bellini sotto la direzione di Cleofonte Campanini. Il teatro, fondato da Oscar Hammerstein chiude nel 1910.
Per due stagioni, 1909-1911, Pietro Capodiferro suona nella Chicago Civic Opera Company e poi di nuovo a New York nel Metropolitan Opera. Vi lavora come prima tromba in un fiorente periodo artistico, dal 1912 al 1919; gli altri colleghi di strumento sono Frank Chiaffarelli, Max Voigt e Jacob Hager; quest’ultimo lo sostituirà dopo il 1919. Pietro suona sotto la direzione di Arturo Toscanini, direttore del Met dal 1908 al 1915. Per poco Pietro non tiene a battesimo col suo strumento la prima mondiale de “La Fanciulla del West” diretta dal maestro italiano il 10 dicembre 1910 alla presenza dello stesso Puccini. Il 19 marzo 1913, con maggiore probabilità, Pietro, che fa parte dell’organico, suona con Toscanini la prima statunitense del “Boris Godunov” di Mussorgsky sull’edizione parigina di Rimsky-Korsakov del 1908. Toscanini riprende nello stesso periodo molti lavori di Weber e Gluck. Tornato in Italia nel 1915, a Toscanini succede Artur Bodanzky che dirige il Met dal 1915 al 1939, fortemente apprezzato dalla critica per le interpretazioni e le esecuzioni del repertorio tedesco, in particolare quello wagneriano (stokowski.org).
Il Musical Courier del 22 luglio 1914 inserisce il nome di Pietro nell’elenco dei membri del Nahan Franko’s Concert Band, una banda di soli fiati i cui componenti derivano dalla selezione di strumentisti di diversa provenienza: Metropolitan Opera Orchestra, New York Philharmonic Orchestra, New York Symphony Orchestra, Sousa’s Band, Franko Orchestra, Herbert’s Orchestra, Montreal Opera Orchestra, Metropolitan Opera Band, Pryor’s Band, Coldstream Guard Band, Savage Opera Company. Nel 1920 Pietro Capodiferro viene scritturato per la prima stagione (1919-1920) della neonata New Symphony Orchestra anche denominata Musicians’ New Orchestra Society, sempre sotto la direzione di Bodanzky, composta da 95 elementi. Il New York Tribune del 20 giugno 1920 alla pagina 4, acclamando un concerto del violinista Eugene Dubois, elenca tutti i primi strumentisti tra cui Pietro. In questo periodo a New York sono numerose le nascite e le fusioni di vecchie e nuove orchestre.
Dal 1920, l’ormai famoso trombettista, scritturato in più eventi mondani per esibizioni da orchestrale o solista, diventa per sette anni membro della Capitol Theater Orchestra (orchestra radiofonica) e poi della Roxy Symphony Orchestra. Quest’ultima, insieme al Roxy Theatre, viene fondata nel marzo 1927 da Erno Rapee, direttore musicale, pianista virtuoso e arraginatore di brani musicali per film muti. La Roxy Symphony Orchestra è composta da 110 elementi strumentali, da 100 voci corali, dal coro della Cattedrale Russa e da vari solisti strumentali e vocali. La Roxy diventa la più grande orchestra permanente al mondo, superiore alla New York Philharmonic per una differenza di soli tre musicisti e trasmette ogni domenica pomeriggio durante la consueta The Roxy Hour, ascoltata in tutti gli USA: New York (WJZ), Springfield (WBZ), Boston (WBZA), Baltimora (WBAL), Rochester (WHAM), Pittsburg (KDKA), Detroit (WJR), Chicago (KYW), St Louis (KWK), Lawrence (WREN), Washington (WRC), Des Moines (WHO), Omaha (WOW), Houston (KPRC), Denver (KOA), Tulsa (KVOO), Dallas (WFAA), Nashville (WSM), Atlanta (WSB) e Charlotte (WBT).
Pietro Capodiferro, oltre a suonare nelle due formazioni radiofoniche, si esibisce anche con la Cities Service Concert Orchestra trasmessa dalla NBC.
Il nome del conclamato virtuoso della tromba compare come testimone all’interno della pubblicità della più famosa ditta statunitense produttrice di strumenti musicali a fiato, la Conn Band Instruments, l’odierna Conn&Selmer, raggiungendo con la stessa Conn, nel 1929, anche le testate giornalistiche australiane, The Register News-Pictorial di Adelaide (Australia sudorientale) e The West Australian di Perth (Australia occidentale). Nella pubblicità, la fotografia e l’entusiastico parere di Mr Pietro Capodiferro per la ditta Conn affiancano le fotografie e i pareri di altri due grandi musicisti del tempo: Jaroslav Cimera, solista trombone nelle più importanti band americane, e Alessandro Liberati, solista di cornetta, componente prima della banda della Guardia Papale e poi direttore di una band di 112 elementi conosciuti in USA, Canada, Messico ed Europa. Sempre la Conn Band Instruments, nella testata neozelandese The Auckland Stars (1929), affianca Pietro “renowned trumpet soloist of New York and Europe” ad altri nomi di notevole fama: J.P. Sousa, compositore e leader di banda; A. Helleberg, solista di basso, militante nella Sousa’s Band, Conway’s Band, Metropolitan Opera e New York Philharmonic Orchestra; E.J. Hrby, solista di cornetta nella US Navy Band.
Pietro suona anche musica moderna. Da un aneddoto raccontato dall’artista e compositore Carl Ruggles nell’omonimo libro della sua biografia, scritto da Marylin J. Ziffrin, riedito 1994 dalla University of Illinois Press, si legge che Pietro Capodiferro suona per la International Composers Guild, una associazione internazionale per compositori di musica moderna, fondata nel 1922 da Edgard Varese e Carlos Salzedo. Il 17 dicembre 1922 viene presentata al Klaw Theater la prima del brano Angels, secondo movimento del poema sinfonico Men and Angels di Ruggles. Il compositore, ricordando il trionfo dell’evento, sottolinea come la Guild si vede costretta a pagare un extra di dieci dollari al primo trombettista di nome Capodiferro essendo la sua parte la più importante. Il brano è originariamente scritto per sei trombe.
La discografia di Mr Pietro comprende: un brano musicale dal titolo “Echo”, in duetto col flautista Weyert A. Moor, inciso su dispositivo Edison 4M Blue Amberol Cylinder codice catalogo 3859 (anno 1919); il brano “Inflammatus” dallo “Stabat Mater” di Rossini con la Sodero’s Band su disco 80 giri Edison codice catalogo 80410 (anno 1917); “Souvenir of Switzerland” per sola cornetta su disco 78 giri Paramount codice catalogo 50025-A e sulla facciata opposta (50025-B) “Aloha Oe (Farewell to Thee)” per sola cornetta (anno 1919); “The Birthday Of A King” composto da W.H. Neidlinger per cornetta e orchestra su disco 80 giri Edison codice catalogo 50448-L (anno 1917), già editato da Edison su cilindro con codice catalogo 3348; “Pyramids” composto da Liberati, polka per cornetta e orchestra su disco 78 giri Gennet codice catalogo 4834-A (anno 1922); “Shadows” composto da Lutter, waltz per cornetta e orchestra (Conklin’s Society Orch) su disco 78 giri Gennet codice catalogo 4528-A (anno 1919); i brani di Faurè, “The palms” (Les Rameaux) per sola cornetta e organo e “Crucifix” per duetto cornetta e trombone (suonato da Simone Mantia) con organo su disco 78 giri Brunswick codice catalogo 3842 lati A-B (anno 1927-28); la casa discografica Gennett riedita il brano “Souvenir of Switzerland” aggiungendo sul lato opposto l’esecuzione del pezzo “Columbia” (polka), entrambi per sola cornetta e orchestra (Floridia’s Orch), codice catalogo 9074 (pubblicità del Sunday Chronicle del 31 ottobre 1920 pag 15).
Il brano “Columbia” viene suonato dal solista anche in diversi spettacoli di intrattenimento. Ne è esempio la scaletta riportata dal The New York Times del 8 luglio 1925 in cui vengono elencate le esibizioni musicali di Pietro al The Capitol dopo le proiezioni in anteprima del film muto Perils in the Snow. The White Desert (dall’omonimo romanzo di Courtney Riley Cooper), film con Claire Windsor, Pat O’Malley, Robert Frazer, diretto da Reginald Barker.
Pietro Capodiferro vive permanentemente a New York. Nel 30° censimento della popolazione degli Stati Uniti, nel distretto del Bronx, nell’aprile 1910, scompare il nome di un figlio del capofamiglia Vito Antonio, Vincenzo, probabilmente deceduto, mentre la figlia Maria Pasquale (Mary) compare col cognome nuziale, De Marinis. Nel 40° censimento, sempre nel distretto del Bronx, gennaio 1920, sotto il tetto del capofamiglia, Vito Antonio, si aggiungono le figlie di Pietro, Nancy (tre anni e cinque mesi), Anne (due anni e quattro mesi) e Claire (un anno e quattro mesi); è assente Clelia Grillo, moglie di Pietro, deceduta il 22 ottobre 1918 all’età di 28 anni.
L’evento infausto viene poi compensato da un coronamento nuziale: Vito Antonio e Nunziata Maria Giandomenico, genitori di Pietro, si sposano il 20 aprile 1923 con licenza 1690 del municipio di New York City – Bronx. Vito Antonio muore nel Bronx il 22 aprile 1925 mentre Pietro muore nel Brookhaven il 10 maggio 1953.
Mr Pietro percorre una carriera brillante, seguita dai giornali anche negli anni ’30 e ’40 del ‘900. Mantiene in modo categorico il suo nome in italiano senza mai stravolgerlo col Peter all’americana, ma perde il contatto con la sua terra d’origine tanto che molti giornalisti lo ritengono nato a Napoli. Non è chiaro come mai questa nota partenopea sia finita nella sua biografia sinteticamente redatta nelle cronache di spettacolo dell’epoca; forse il dichiararsi o l’essere dichiarato nato a Napoli diventa, come per altri artisti, una nota di fama e pregio quando un nome immortale come quello di Enrico Caruso si allaccia nel 1903 alla città di New York. Questo espediente evita anche la difficoltà di ricordare anonimi paesini come Gioia del Colle, il paese natio dei genitori, oppure il paese di nascita, Acquaviva. Di certo il legame con il golfo di Napoli è forte; un legame che per ironia si scioglie in quel porto partenopeo che vede allontanarsi milioni di italiani del centro e sud Italia in cerca di fortuna e riscatto nelle Americhe e che non faranno mai più ritorno nella madrepatria.
Su diversi giornali sono presenti fotografie più o meno sbiadite di Pietro Capodiferro in diversi periodi della sua età. La fotografia che rende meglio appartiene alla J. Willis Sayre Collection of Theatrical Photographs, scattata dall’omonimo fotografo, catalogata col numero seriale JWS29027. L’immagine viene fatta risalire al 1929; in realtà la foto dovrebbe essere stata scattata diversi anni prima perché, a rigore di cronaca, in una immagine di giornale del 1928, Pietro, sempre con lo stesso baffo un po’ più accorciato, appare stempiato.
L’odierna associazione di categoria, la International Trumpet Guild (ITG) menziona Pietro Capodiferro in alcuni articoli della omonima rivista, editando tutt’oggi un doppio CD dal titolo European Cornet and Trumpet Soloists 1899-1950 (Compiled by Dr. Edward Tarr from the Ernst Buser Collection held at the Trumpet Museum in Bad Sackingen, Germany) in cui vengono inseriti i brani storici dei più importanti cornettisti e trombettisti europei, tra cui una esibizione di Pietro.
Alcuni amanti della discografia d’epoca hanno inserito sul canale YouTube l’ascolto di incisioni originali su fonografi d’epoca. I titoli di ricerca sono: 1) The Birthday Of A King – Pietro Capodiferro – Cornet Solo – Edison Re-Creation DD Chalet B19; 2) Stabat Mater Inflammatus Rossini, Pietro Capodiferro Cornet, Sodero’s Band (non visibile il supporto); 3) Souvenir of Switzerland (visibile il vinile Paramount 50025 A). In quest’ultimo brano è apprezzabile il virtuosismo dell’assolo eseguito da Pietro.
Sul sito archive.org è possibile cercare i sonori di molta della discografia elencata.
La storia di Pietro Capodiferro, fino ad oggi sconosciuta alla comunità di Gioia del Colle, è riaffiorata attraverso uno sforzo di ricerca che ha messo a confronto in modo critico molte fonti documentali.
Questa ricerca rende omaggio alla memoria di un figlio d’arte, figlio della nostra terra.
Tutti i gioiesi, i newyorkesi e gli appassionati di musica e di strumenti a fiato possono ora apprezzare il sacrificio e il percorso di vita di un musicista, di una stella che ha suonato oltreoceano, affiancando inconsapevolmente le note di altri due grandi contemporanei e conterranei, suoi possibili amici di musica, Raffaele Chiaia e Giacomo Argento.
Quando Pietro Capodiferro suonava, per i teatri di New York e per le radio di tutti gli Stati Uniti d’America, echeggiava non solo arte ma anche il respiro e il cuore di Gioia del Colle.
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30 Novembre 2020