La solennità della SS. Trinità a Gioia del Colle
Quest’anno il 7 giugno ricorre la solennità della SS. Trinità. Con la solennità della SS. Trinità si conclude la terna del Tempo post Pasquale; infatti questa fa seguito alla solennità dell’Ascensione del Signore e a quella della Pentecoste e inaugura nella domenica successiva il Tempo “Per Annum” o Tempo ordinario. Questo Tempo si apre dopo […]
Quest’anno il 7 giugno ricorre la solennità della SS. Trinità. Con la solennità della SS. Trinità si conclude la terna del Tempo post Pasquale; infatti questa fa seguito alla solennità dell’Ascensione del Signore e a quella della Pentecoste e inaugura nella domenica successiva il Tempo “Per Annum” o Tempo ordinario.
Questo Tempo si apre dopo la Pentecoste sotto il segno della Trinità, il mistero che ci rivela un solo Dio in Tre Persone. Come ci ricorda la “colletta”, Gesù ci fa partecipi di questo mistero della sua vita e ci permette di professare la vera fede, riconoscendo la gloria della Trinità e adorando l’unico Dio in tre persone, mistero che ci rende figli, nel Figlio, del Padre, e ci sospinge verso di Lui con quello slancio d’amore dello Spirito che abbiamo ricevuto sin dal nostro primo momento della nostra entrata a far parte del popolo dei cristiani. Questo mistero, dell’unità di una sola Persona, della Trinità di una sola sostanza e dell’unità della natura, dell’uguaglianza nella maestà divina, infatti, come recita il “prefazio”, caratterizza la nostra vita e la nostra fede dal momento in cui riceviamo il Battesimo (ti battezzo nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo), ogni volta che ci segniamo con il Segno della Croce e anche nel momento del nostro distacco terreno, in cui si ripete ancora: nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.Di seguito riporta una ricerca storica del nostro concittadino, l’insegnante Giuseppe Montanarelli, sulla solennità della SS. Trinità a Gioia del Colle.
Prima dell’Ottocento a Gioia del Colle la solennità della Santissima Trinità veniva chiamata la festa del Padre Eterno o di Paterno e si celebrava la Domenica seguente alla Pentecoste.
Dopo la celebrazione della Santa Messa solenne, officiata in Chiesa Madre a mezzogiorno, il popolo si recava a piedi in pellegrinaggio nel territorio di Santo Mola, nei pressi di una edicola lapidea in cui si conservavano i resti di una statua marmorea dalle sembianze mature, che aveva una testa barbata, con capelli fluenti e che raffigurava per i fedeli il Padre Eterno.
Alcuni autori sostenevano che la statua rappresentava in realtà Giove Impluvio o Appulo o una divinità peuceta e che i Gioiesi invece la avevano attribuita al Padre Celeste. Il sito di Santo Mola presentava resti di antichi insediamenti rupestri ed è probabile che questa statua appartenesse ad alcune rovine classiche o addirittura preclassiche. La gente si riversava nei campi e consumava un pasto a base di carne arrostita, formaggi, vino primitivo, acqua e verdure.
La festa agreste prevedeva balli, banchetti e l’accensione di fuochi propiziatori, intorno ai quali si recitavano preghiere o si eseguivano danze rituali. Infine all’imbrunire i fedeli con le fiaccole, ritornavano a Gioia del Colle e si riunivano nei pressi del pozzo di San Francesco d’Assisi per dissetarsi e ringraziare Dio, dedicato in seguito alla Madonna del Pozzo, presente al centro della Piazza Plebiscito, ove era collocata la pubblica orchestra musicale.
Nel tempo il pellegrinaggio al Padre Eterno non si è più svolto per esigenze di sicurezza, ordine pubblico e religiose, in quanto la festa aveva assunto più connotazioni pagane. Anche della statua della presunta divinità classica si è persa ogni traccia.
Lo stesso rituale veniva svolto in occasione della festa della Trasfigurazione di Gesù, il 6 agosto di ogni anno e veniva chiamata la Festa del Sole di Cristo.
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7 Giugno 2020