Il Cinema Vittoria
Resta ancora vivo nel ricordo di alcuni cittadini gioiesi più avanti negli anni un luogo di ritrovo pomeridiano legato al tempo libero e conosciuto con il diminutivo il pidocchietto: un cinema popolare sito in via Giovanni Bovio, attualmente denominata via Giovanni Carano Donvito. Infatti fra il 1910 e il 1920 a Gioia oltre al Teatro […]
Resta ancora vivo nel ricordo di alcuni cittadini gioiesi più avanti negli anni un luogo di ritrovo pomeridiano legato al tempo libero e conosciuto con il diminutivo il pidocchietto: un cinema popolare sito in via Giovanni Bovio, attualmente denominata via Giovanni Carano Donvito.
Infatti fra il 1910 e il 1920 a Gioia oltre al Teatro comunale Rossini operava il teatro delle marionette, nel teatro Vittoria, il cui proprietario era il signor Consiglio Favale.
In quei tempi non vi erano tanti svaghi e divertimenti come nell’odierna società; i ragazzi trascorrevano il loro tempo libero giocando per strada con gli amici o ascoltavano dai nonni storielle frutto della fantasia popolare o si appassionavano all’ascolto di esperienze e fatti della loro vita.
Unica variante a questi raduni familiari era costituita dalla domenica, giorno in cui le mamme portavano i propri figli a vedere lo spettacolo delle marionette e lì trascorrevano un pomeriggio in loro compagnia.
Il progetto esecutivo e la direzione dei lavori del cinema Vittoria è dell’ingegnere civile Cirsella Sergio Umberto, nato a Roma il 15 settembre 1904, figlio adottivo di Antonio Sergio e di Maria Favale, la qual cosa giustifica la presenza di due cognomi. Il progetto prevedeva la costruzione di capriate Polonceau (inventate nel 1837 dall’ingegnere francese Camille Polonceau, che costituiscono una delle prime – e perciò interessantissime – applicazioni del ferro, sotto forma di acciaio e soprattutto ghisa, nelle costruzioni civili). Inoltre il progetto prevedeva un loggione in cemento armato e cabina di proiezione in c.a. a sbalzo sul loggione stesso.
Il teatro era gestito dal signor Pappalardo, coadiuvato dalla moglie e dalla figlia durante lo spettacolo delle marionette. Molti ricordano che era un personaggio molto buono tanto che se qualche bambino si fermava nei pressi dell’ingresso del teatro con aria triste perché non aveva i soldi per pagare il biglietto ed assistere allo spettacolo, spesso il proprietario si impietosiva e lo lasciava entrare ugualmente.
Il teatro fu chiuso per qualche tempo a causa di un incendio.
Dopo essere stato restaurato viene adibito a sala cinematografica nel 1926. La gestione era affidata al signor Michele Amico.
Poiché i primi film che venivano proiettati nelle sale cinematografiche erano muti, tra un tempo e l’altro suonava un’orchestrina di cui faceva parte il maestro Filippo Melchiorre, nome legato alla storia della banda degli Orfani di guerra dell’Istituto Padre Semeria e in seguito a quello della Banda musicale di Gioia del Colle.
Successivamente il Vittoria fu gestito dal signor Giuseppe Castellano, che se ne prese cura fino a quando nel 1935 ebbe in concessione il teatro Comunale.
Sul finire della seconda guerra mondiale il cinema Vittoria viene requisito dalle autorità militare alleate per essere utilizzato come loro quartiere generale.
Il 26 ottobre 1943 la Jazz-band, il cui direttore era Donato Patarino, presta servizio al Cinema Teatro Vittoria per un concerto in omaggio alle truppe inglesi di stanza a Gioia.
il 28 ottobre 1944 il Consiglio comunale, dopo aver concesso il Teatro comunale all’impresa Giuseppe Castellano da novembre fino a fine maggio 1945, ricorda che il cinema Vittoria è stato requisito dalle autorità militari alleate per uso di spettacoli cinematografici ed occasionalmente per spettacoli di arte varia.
Negli anni ’50, dopo essere stato derequisito dalle autorità militari alleate, viene utilizzato come sala cinematografica. Con il passare degli anni e con l’entrata in funzione del Cinema Smeraldo, sala molto più ampia e confortevole, del Teatro comunale, dell’Arena Castellano e di alcune sale cinematografiche parrocchiali il cinema Vittoria resta chiuso e inattivo per diversi anni.
Il cinema aveva una platea e una serie di posti in galleria, zona preferita dai ragazzi e quindi più affollata, perché il biglietto per accedervi era meno costoso, chiamata per questo anche piccionaia.
I frequentatori del cinema ricordano ancora che durante l’intervallo tra il primo ed il secondo tempo della proiezione dei film potevano recarsi nei pressi del botteghino per acquistare dei ceci abbrustoliti, dei lupini o dei semi di zucca infornati, che venivano dispensati a un prezzo modesto e nella misura di un bicchiere di legno.
Dopo essere stato inoperoso per numerosi anni è stato messo in vendita. E’ stato restaurato ed ampliato ed attualmente è adibito a sede di uffici e di attività commerciali.
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3 Febbraio 2017