Le Confraternite a Gioia Parte II

Le Confraternite gioiesi attualmente in vita  sono sette: Maria SS.ma del Rosario, Immacola Concezione di Maria, Purgatorio,  San Filippo Neri, San Rocco,  Maria SS.ma del Monte Carmelo, Santa Lucia. CONFRATERNITA DI MARIA SS. DEL ROSARIO La seconda Confraternita, in ordine cronologico di fondazione, è quella del Maria SS. del Rosario; essa viene citata nella Visita Pastorale del 1593. […]

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Le Confraternite gioiesi attualmente in vita  sono sette: Maria SS.ma del Rosario, Immacola Concezione di Maria, Purgatorio,  San Filippo Neri, San Rocco,  Maria SS.ma del Monte Carmelo, Santa Lucia.

CONFRATERNITA DI MARIA SS. DEL ROSARIO

rosarioLa seconda Confraternita, in ordine cronologico di fondazione, è quella del Maria SS. del Rosario; essa viene citata nella Visita Pastorale del 1593. Ha sede nella Chiesa di San Domenico sul cui altare maggiore in una nicchia è collocata una statua lignea della Madonna del Rosario, che viene portata in processione in occasione della solennità del 7 ottobre. Nella chiesa è anche presente una tela  che raffigura la Madonna del Rosario, circondata da riquadri in cui sono raffigurati i Misteri.

La prima testimonianza della sua presenza è datata 1593, epoca della Visita Pastorale  dell’Arcivescovo di Bari Ricciardi, durante la quale si parla espressamente di una compagnia e confraternita della Madonna del Rosario. In una successiva Visita del 1623 la Confraternita viene nuovamente menzionata. Poiché in epoca successiva non figura tra le confraternite che chiedono il Regio Assenso, si potrebbe ipotizzare che si sia estinta.    Questa ipotesi sarebbe suffragata dalla constatazione che in mancanza di autorizzazione la Confraternita non avrebbe potuto  continuare a svolgere le attività e i compiti previsti dallo statuto e che  solo nel 1838 il re Ferdinando II di Napoli concede alla confraternita il Regio Assenso ed approva lo statuto dell’associazione. Nel 1884 la Confraternita si stabilisce nella Chiesa di San Domenico.

L’attività prevalente svolta dalla Confraternita era di tipo cultuale e funebre. Infatti oltre che a interessarsi di organizzare le feste legate al culto della Madonna del Rosario si preoccupava di garantire agli iscritti il funerale e la sepoltura.  Nonostante le entrate della  Confraternita fossero scarne, in quanto provenivano dalle offerte dei fedeli, ed erano appena sufficienti per le messe e per la cera, i confratelli si dedicavano anche ad attività assistenziali, come la concessione di un contributo in denaro a quei confratelli che erano colpiti da malattie.

I confratelli si distinguono perché indossano un camice ed un cordone bianco, un rosario, una mozzetta con cappuccio, entrambi di colore nero, uno scapolare nero che raffigura l’effigie della Madonna del Rosario. Anche lo stendardo della Confraternita  presenta nella parte centrale l’effigie della Madonna del Rosario coronata, che sorregge il Bambino Gesù coronato, sul braccio sinistro, sormontata dalla scritta Regina del Santo Rosario. Una serie di ricami dorati con motivi floreali circonda l’immagine della Madonna.

CONFRATERNITA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA

immacolataNell’archivio della Chiesa Madre di Gioia in un documento che attesta la Visita pastorale del Vescovo di Bari nel novembre 1623 si cita l’esistenza di detta Confraternita, che ha sede presso il Convento dei Francescani Riformati, i cui confratelli vestivano un abito bianco ed erano dediti esclusivamente ad attività di culto.

Non si hanno ulteriori menzioni della confraternita, fino al 1721, anno in cui, grazie alla mediazione  del gesuita Domenico Bruno viene rifondata presso la chiesa di Sant’Andrea una nuova Confraternita dell’Immacolata. Ciò avviene a seguito del ridimensionamento della Confraternita della Purificazione di Maria, che operava nella chiesa di Sant’Angelo, la quale era diventata ingestibile a  causa dell’alto numero dei confratelli. E’ anche probabile che la scissione abbia avuto origine per motivi di ” classe “, cioè di ceto sociale.

Nel 1780 la Confraternita presenta la domanda per ottenere il Regio Assenso, che ottiene il 31 agosto dello stesso anno. Lo statuto  prevede che i confratelli siano  prevalentemente ” artigiani “, anche se non disdegna soci ” civili e  massari comodi “. Nello statuto sono  precisati anche i fini della Confraternita; oltre alle attivitè di culto, specifiche del primo sodalizio, sono previste anche le attività svolte da altre confraternite: azioni di carità verso tutti i fratelli, assistenza ai carcerati e agli ammalati.

Il 27 gennaio 1888 papa Leone XIII  con una sua Bolla  concede alla Congregazione il titolo di Arciconfraternita, come si può leggere sull’arco trionfale che delimita il catino absidale della Chiesa di Sant’Andrea.

Oggi, oltre che ai fini previsti dallo statuto, i confratelli si impegnano nella preparazione dei festeggiamenti della Santa Protettrice, l’Immacolata Concezione, celebrazione che cade l’8 dicembre.

I confratelli utilizzano  un camice bianco ed una mozzetta ed un cingolo di colore celeste. Lo stendardo, anch’esso con il fondo color celeste, presenta la Madonna nella parte centrale circondata lateralmente da stelle,  e una composizione floreale in basso che sovrasta la scritta Arciconfraternita dell’Immacolata. Nella parte superiore è presente la scritta: Tota pulchra es Maria.

CONFRATERNITA DEL PURGATORIO

IMG_7523Affiancata alla Chiesa Madre, sul suo lato sinistro, in posizione arretrata rispetto alla stessa e con accesso indipendente, era localizzata la Chiesetta dedicata a Santa Maria delle Anime del Purgatorio, così denominata per i dipinti in essa presenti, che raffiguravano le Anime Purganti. Se ne fa menzione nel 1652 in occasione della Visita del Vescovo di Bari, mons. Diego Sersale. Nella successiva Visita  del 1688 da parte dell’arcivescovo Tommaso Maria Ruffo si parla di visita della cappella del Purgatorio e della chiesa, nella quale opera una congregazione composta da 40 uomini. L’Arcivescovo mons. Carlo Loffredo nel 1695 visita la chiesa del Purgatorio, che si trova nei pressi della Matrice, e afferma che nella chiesa del Purgatorio è stato fondato un sodalizio, detta volgarmente del Purgatorio, i cui confratelli hanno cura di seppellire i defunti poveri. L’arcivescovo inoltre ordina di adombrare le figure delle donne purganti presenti sulle pareti della chiesa del Purgatorio, coprendone le parti nude con lingue di fuoco, per non offendere la vista di chi li guardava.   Dalla relazione della Santa Visita  effettuata a Gioia nel 1670 dall’arcivescovo Giovanni Granafei apprendiamo dell’esistenza della chiesa del Purgatorio.

Nel 1768, quattro anni dopo la ricostruzione della Chiesa Madre, viene ricostruita anche la Cappella delle Anime Purganti, in cui aveva sede la Confraternita del Purgatorio che vi officiava, cappella che poi prende la denominazione di SS. Sacramento e successivamente di Maria Bambina.  In una lettera inviata nel mese di  febbraio del 1818 all’Intendente di Bari, il Sindaco di Gioia, Ceppaglia Lorenzo, nel richiedere la ricostituzione della Confraternita afferma: In questo Comune esisteva una congrega detta del Purgatorio che da più anni addietro fu distolta degli esercizi spirituali per la mancanza del rettore. Ora si desidererebbe questa mettersi in attività e molti confratelli si sono da me diretti per provocarne l’autorizzazione. Lo scioglimento della Confraternita e attestata da una lettera del giugno 1818 inviata dal Sindaco al Ministero degli Affari Interni in cuisi precisa: Dopo tale epoca  ( 1805 ) i confratelli presero ad allontanarsi, e gradatamente la corporazione si sciolse.  La Confraternita, dopo che i confratelli hanno presentato regolare istanza e ottenuto parere favorevole da parte della Curia Arcivescovile di Bari, viene autorizzata al ristabilimento dell’antica Congregazione ed ottiene il Regio Assenso del re Ferdinando I il 16 luglio 1822 sotto il titolo di Congregazione del Purgatorio ed officia nella Chiesa di San Francesco. Nel 1845 il Comune, che nel 1813 aveva avuto il possesso del Convento e della Chiesa di San Francesco, concede alla Confraternita del Purgatorio la Chiesa di San Francesco ottenendone in permuta la Cappella del Santissimo, che poi  aggrega alla Chiesa Madre.

Sull’altare maggiore della Chiesa di San Francesco è posizionata una tela che raffigura la Madonna del Purgatorio. A ricordare la protettrice della Confraternita nella lunetta soprastante la porta di accesso alla sacrestia sono raffigurate le anime purganti.

Nello statuto della Confraternita sono stabilite le modalità di adesione al sodalizio, i doveri degli aderenti e le attività da svolgere. Lo statuto approvato nel 1822 prevede che la congregazione si compone di ecclesiastici e secolari, ha l’obbligo  di riunirsi tutte le domeniche, nelle altre feste comandate, ogni primo lunedì del mese e nei lunedì di quaresima, per adempiere agli esercizi di religione; questi possono sintetizzarsi in attività eslusivamente di culto e di suffragio.

Un ulteriore Reale Assenso viene concesso alla Confraternita da Ferdinando II, con decreto del 25 febbraio 1857.
Con deliberazione del 17 giugno 1860 la Confraternita riceve l’amministrazione dell’Opera Pia Purgatorio, amministrata precedentemente dalla Congregazione di carità, e ne amministra i beni e le rendite patrimoniali attraverso una propria deputazione.

Con l’approvazione del Concordato nel 1929 anche questa Confraternita è passata alle dipendenze dell’autorità ecclesiastica sia per il suo funzionamento che per la sua amministrazione.

I confratelli vestono un camice bianco con un ampio cappuccio bianco, che viene calato sul viso in occasione della processione della Settimana Santa, e un cingolo ed una mozzetta di colore nero. Lo stendardo su fondo nero presenta la Madonna in abito rosso e mantello celeste, circondata lateralmente da due angioletti che sorreggono una corona, sormontata dalla scritta: Confraternita del Purgatorio. Nella parte bassa dello stendardo alcune anime purganti, seminascoste dalle fiamme, invocano la Madonna.

CONFRATERNITA DI SAN FILIPPO NERI

confraternita-san-filippoL’istituzione della Confraternita è successiva al culto per San Filippo Neri, al quale è intitolata. La fondazione e lo statuto sono attestate dal regio Assenso del 1 marzo 1779. Dopo questo riconoscimento ufficiale alla confraternita viene concessa la cappella di  Santa Maria di Costantinopoli, oggi chiesa di Sant’Angelo. Il culto per la Madonna e per San Filippo è testimoniato dalla presenza dalla pala sull’altare maggiore, che raffigura la Madonna di Costantinopoli con in braccio il Bambino che sovrasta la città in fiamme; sul lato sinistro si trova Ssn Giovanni Battista e san Luigi Gonzaga mentre sul lato destro sono presenti  San Filippo Neri e San Giovanni Evangelista.

Nel catino absidale della chiesa di Sant’Angelo vi è la scritta Confraternita di San Filippo Neri A.D. 1776.

Lo statuto, oltre alle norme per la gestione del sodalizio, contempla i doveri dei confratelli: attività di culto, confessione e comunione mensile, attività  di assistenza reciproca, in caso di malattia o di morte, con sussidi caritativi.

L’abito indossato dai confratelli consiste in un camice e cingolo di color bianco ed una mozzetta con un piccolo cappuccio di colore rosso. Lo stendardo su fondo rosso scuro  presenta l’immagine di San Filippo, che invoca la Madonna, sormontata dalla scritta: Confraternita di San Filippo Neri, che è circondata da ricami con motivi floreali.

CONFRATERNITA DI SAN ROCCO

sanroccoIl culto di San  Rocco a Gioia è attestato dal 1958. L’Intendente di Bari in una lettera del 1858 afferma che la Confraternita era stata istituita già da tempo immemorabile. Un punto fermo della sua esistenza ci viene dal Regio Assenso di Francesco II re di Napoli, che data il 1 dicembre 1858.

Gli affiliati sono  sia uomini che donne. Le attività previste dallo statuto sono sia quelle di culto, di suffragio per i defunti che quelle assistenziali e caritative.

In questi ultimi anni la Confraternita svolge anche attività di promozione culturale, grazie alla disponibilità di una biblioteca, che può essere consultata da studiosi per ricerche o per approfondimenti religiosi.

I confratelli, imitando il loro Santo protettore, vestono un camice con cingolo bianco e una mozzetta con piccolo cappuccio di colore marrone. Le consorelle portano al collo un medaglione con l’effigie di San Rocco.

Lo stendardo presenta l’immagine del Santo in preghiera, assistito dal cane, contornata da ricami in oro raffiguranti spighe di grano e tralci con grappoli d’uva, simboli del pane e  del vino offerti in sacrificio sull’altare.

CONFRATERNITA DI MARIA SS.ma DEL MONTE CARMELO

E’ la Confraternita che, insieme a quella di Santa Lucia,  risulta di più recente istituzione. Ha infatti come data della sua  fondazione l’8 gennaio 1822 ed è stata istituita dall’Arcivescovo di Bari, monsignor Francesco Pedicini. Ha sede nella Chiesa Madre, in un locale sito sul lato sinistro del transetto, a fianco dell’organo, dove vengono conservati i documenti della Confraternita, l’archivio e gli arredi sacri. Alla Madonna del Monte Carmelo è dedicato un altare privilegiato quotidiano, posto sotto il terzo arco laterale sinistro. L’altare, infatti, è adornato da una tela che raffigura la Madonna del Carmelo che regge il  Bambino tra le braccia, contornata da angeli, mentre sovrasta le anime del Purgatorio che la invocano. La tela porta la firma Paulus Lanari Romanus P. 1797. Alla base del tamburo del cupolone centrale della Chiesa Madre si legge la seguente iscrizione: Confraternitas Mariae Virginis de Monte Carmelo in laudem Matris Dei et hominum A.D. MCMXXXVIII.

La Regola della Confraternita, che risale al 1881 precisa i compiti dell’associazione: ” doveri di morale e di religione “, come quelli di ” acquistare maggiore timore di Dio, adempiere esattamente ai suoi comandamenti e ai precetti della Santa Chiesa Cattolica Romana, accostarsi frequentemente al Sacramento della Penitenza, almeno nei giorni più solenni, e prepararsi a ricevere il gran Sacramento Eucaristico, nonché di esercitarsi per quanto a ciascuno appartiene negli atti della vera e pura carità cristiana verso il prossimo, e specialmente verso gli aggregati medesimi che si debbono considerare come veri fratelli “.

I confratelli indossano un camice bianco con cingolo marrone, una mozzetta color avorio con colletto e bordi color marrone, e portano un medaglione che raffigura la Madonna del Monte Carmelo.

Lo stendardo presenta nella parte centrale l’immagine della Madonna con il Bambino tra le braccia, circondata da angeli, che sovrasta   alcuni fedeli che la invocano. Un ricamo di diciotto rami ricurvi contorna dai quattro lati l’immagine centrale.

CONFRATERNITA DI SANTA LUCIA

santaluciaE’ la Confraternita di più recente istituzione; infatti essa fu promossa dall’Arcivescovo Pedicini  il 15 luglio 1882. Nello statuto si precisano i compiti dell’associazione: attività di culto e caritative. Sono ammessi alla Confraternita sia uomini che donne.

L’abito indossato dai confratelli consiste in un camice e cingolo bianco ed una mozzetta di colore rosso con i bordi di color bianco. Le consorelle indossano un medaglione con l’effigie di Santa Lucia.

Nello stendardo è raffigurata l’effigie della Santa, sormontata dalla scritta Confraternita di Santa Lucia, inserita in ricami floreali dorati.

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4 Febbraio 2010

  • Scuola di Politica

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