Gli Archi Parte II
Vi sono degli archi che, piuttosto che fungere da chiusura, con portone attraverso il quale si entra nella corte, sono delle volte a botte che reggono una abitazione soprastante. Anche questi archi hanno la funzione di immettere in un largo. Alcuni archi, quelli più antichi ed in pietra sono di particolare pregio architettonico, altri costruiti […]
Vi sono degli archi che, piuttosto che fungere da chiusura, con portone attraverso il quale si entra nella corte, sono delle volte a botte che reggono una abitazione soprastante. Anche questi archi hanno la funzione di immettere in un largo.
Alcuni archi, quelli più antichi ed in pietra sono di particolare pregio architettonico, altri costruiti in tempi a noi più recenti, sono in tufo, costituiscono la base di edifici sovrastanti e non sono di particolare pregio. Tra questi sono da segnalare: Arco San Nicola, Arco Paradiso, Arco su Vico Spada, Arco di Vico Sardella, Arco di Vico Serpente, Arco Arcobaleno, Arco di Via Palude.
ARCO SAN NICOLA
E' localizzato nell'omonimo antico rione, che venne così chiamato perché Gioia faceva parte della diocesi della Chiesa di San Nicolò di Bari e nel secolo XII e nei successivi nel nostro Comune risiedeva una rappresentanza della Basilica barese.
Si affaccia su una piazzetta, delimitata da via Carlo III di Borbone, vico Santa Maria Maddalena e vico Chiuso e addossato a due edifici, che presenta complessivamente cinque scalinate per accedere ad altrettante abitazioni.
L'arco immette in un cortile di modeste dimensioni, in cui esisteva un forno, detto di San Nicola, un tempo proprietà del Comune, che lo utilizzava per la cottura del pane necessario alla popolazione che viveva in quel vecchio borgo gioiese. Il cortile presenta tre abitazioni, alle quali si accede attraverso due scalinate, e alcuni locali che sono sottoposti al livello stradale.
E' unico tra tutti gli altri per la sua struttura. E' affiancato da una scalinata che porta al di sopra dell'arco, il quale viene utilizzato come ponte e via di passaggio per accedere ad una abitazione. E' costruito in tufo e porta in alto la scritta Arco San Nicola. Qualcuno avanza l'ipotesi che in quel punto in passato fosse presente un'antica chiesa.
ARCO PARADISO
Il 1 maggio 1829 moriva Angela Maria Paradiso, maestra pubblica elementare, che, con testamento rogato il 30 aprile dello stesso anno dal notaio Giannantonio Jacobellis, donava il suo patrimonio e la sua abitazione per la fondazione di un Civico Ospedale ( che da lei prende il nome Paradiso, denominazione che ancora oggi conserva ).
L'ospedale fu realizzato adattando la sua abitazione, posta tra le vie Fontana, corso Vittorio Emanuele ed il largo che porta il suo nome, ed aveva una capienza di dieci posti letto. Quando questo piccolo ospedale, essendo insufficiente per bisogni della popolazione gioese, viene chiuso per essere trasferito nei locali più numerosi del Convento di Sant'Antonio o dei Francescani Riformati, il complesso venne intitolato alla generosa benefattrice Paradiso.
E' un arco particolare, perché in realtà ècostituito da due archi: uno, che si affaccia su Corso Vittorio Emanuele, è a botte ribassata e abbastanza lungo da sostenere una abitazione privata e l'altro, che sbocca su via Principe Amedeo, legati tra di loro da una corte interna di forma quadrata. Quest'ultimo arco presenta una forma a botte ribassata e lunettata, nella quale è inserita un'edicola con l'immagine della Madonna.
Al di sopra dei due archi insistono alcune costruzioni, ancora oggi abitate. All'interno del cortile si può ammirare una antica costruzione sita al primo piano, raggiungibile con una scalinata, che presenta una caratteristica loggetta semicoperta, con tre archi sostenuti da quattro colonne, che funge da portico d'ingresso all' adiacente abitazione.
ARCO DI VICO SARDELLA
Nell'omonimo vicolo si può osservare un arco che sembra avere la funzione di contrafforte tra due abitazioni contigue. E' più propriamente un semiarco poiché si innesta alla facciata della costruzione posta alla sua sinistra nel punto discendente della curvatura dell'arco ribassato.
Contrariamente all'impostazione generale degli archi, che si ritrovano all'inizio di una strada e di una corte, questo è posto nella parte finale di uno stretto vicolo, che quindi non presenta alcun cortile. Questo fa pensare ad un arco con funzione di sostegno e non di chiusura di una corte.
ARCO DI VIA SPADA E VICO SERPENTE
E' un arco, la cui volta è sostenuta da travi che sorreggono una superiore costruzione. E' composto di tre archi che si susseguono ( un quarto è appena accennato ). Partendo da via Spada il primo arco si presenta a tutto tondo, mentre gli altri due sono a botte ribassata. Nella prima arcata sono presenti tre edicole, una della quale racchiude l'immagine di San Rocco. La struttura è in tufo locale.
E' un arco semplice, che ha la funzione di luogo di passaggio da un vicolo ad un altro; infatti non immette in una corte, ma in una strada tortuosa che sfocia in via Carlo III di Borbone.
Si trova in una zona che durante il periodo autunnale, ( cioè quello della vendemmia e della festa del vino novello ) era frequentato da bevitori che si riunivano nelle cantine, un tempo presenti in gran numero nella zona circostante, le quali erano contraddistinte dalla presenza di un fascio di rami d'olivo sugli angoli delle case limitrofe o sulle porte d'accesso alle stesse cantine.
ARCO ARCOBALENO
E' un arco con volta con sovrastante costruzione con sbocco su via Gioberti e su via De Deo.
Anticamente era chiamato Arco San Filippo, in onore del Santo patrono di Gioia, poiché si venerava, e si venera tuttora, l'immagine del Santo presente in una nicchia ancora esistente. Un tempo la processione di San Filippo transitava attraverso questo arco e rendeva omaggio alla statua di San Filippo, racchiusa in quella nicchia-altarino.
In realtà è composto di due archi contigui; il primo, a partire da via De Deo, è a botte ribassata e si allunga per circa otto metri, mentre il secondo, che prosegue per circa cinque metri, è più elevato rispetto al primo ed è a botte a tutto tondo. Entrambi gli archi sono in materiale tufaceo.
ARCO VIA PALUDE
All'ingresso via Mastandrea e in direzione di via Palude si apre un arco ribassato a botte di circa otto metri di lunghezza, con soprastante costruzione. Dopo un tratto di strada a cielo aperto si può notare la presenza di un un quarto di arco degradante in senso orario, della lunghezza di circa sei metri, che sorregge un'altra costruzione.
L'arco immette in una serie di vicoletti, con caratteristici squarci e sfocia in via Fontana, strada che prende il nome dal sacerdote Francesco Saverio Fontana, nato a Gioia e vissuto tra il 1667 e il 1736, il quale fu nominato Vescovo di Satriano e Campagna nel 1714.
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24 Febbraio 2010