Paolo Falcicchio
Paolo Falcicchio nasce ad Alessano ( LE ) il 21 giugno 1879 da Giuseppe e da Vincenza Cosi. Suo nonno era originario di Altamura, allievo del Maestro Saverio Mercadante. In occasione di una stagione lirica al Politeama di Lecce conosce una nobildonna di Alessano, Orsi Elisabetta, che sposa. Si trasferisce ad Alessano e svolge la […]
Paolo Falcicchio nasce ad Alessano ( LE ) il 21 giugno 1879 da Giuseppe e da Vincenza Cosi.
Suo nonno era originario di Altamura, allievo del Maestro Saverio Mercadante. In occasione di una stagione lirica al Politeama di Lecce conosce una nobildonna di Alessano, Orsi Elisabetta, che sposa. Si trasferisce ad Alessano e svolge la funzione di Direttore d'orchestra. E' nominato Cavaliere della Corona d'Italia dal Re Vittorio Emanuele II.
Suo figlio Giuseppe non eredita la passione per la musica, mentre il nipote Paolo in tenera età, a 6 anni, è avviato alla scuola di Capece, di Maglie, fino al Liceo classico.
Terminati gli studi liceali si trasferisce a Napoli, dove, per volere del padre, si iscrive alla facoltà di Chimica farmaceutica, studi che abbandona subito dopo. All'insaputa del padre, infatti, frequenta il Conservatorio di San Pietro a Maiella, dove consegue il diploma di Direttore d'orchestra.
Inizia la sua carriera come violinista e dal 1900 al 1902 è uno dei primi violini del Teatro San Carlo di Napoli, il secondo Teatro lirico d'Italia dopo La Scala di Milano.
Nel 1905 torna alla nativa Alessano, dove dirige il locale Concerto musicale.
Il Maestro Domenico Colucci, mentre era in tournée con la Banda di Gioia in Basilicata, nota la Banda di Alessano diretta dal Maestro Falcicchio e rivolgendosi ai due grandi solisti gioiesi Chiaia e Argento dice loro di far molta attenzione a quel Maestro. Sono stati forse questi due Maestri a volere Falcicchio nella Banda di Gioia, come successore di Colucci.
Nel 1914 sposa Rosa Stasi, dalla quale ha tre figli: Giuseppe, Leida e Giuseppina.
Arriva a Gioia nel 1920, nel momento in cui la Banda ha già una discreta fama come complesso musicale ed è subito un crescendo di trionfi.
Ne è testimonianza innanzitutto la partecipazione nel 1924 al Concorso Internazionale di Venezia, dove la Banda di Gioia ottiene il primo premio assoluto.
In tale occasione stupisce la Giuria poiché dei 12 clarini presenti nella Banda solo il 2° clarino suona l'attacco di una sinfonia, perché gli altri erano terrorizzati e non suonano. Quell'attacco silenzioso, ma involontario, colpisce la Giuria che vede in quella esecuzione una felice scelta e una apprezzabile interpretazione del Maestro Falcicchio.
Nel 1928 la Banda di Gioia da lui diretta vince la medaglia d'oro alla gara del Littoriale a Bologna, nella quale viene dichiarata vincitrice fuori concorso.
Nel 1929 nel Concorso Professionisti a Roma Falcicchio con la Banda di Gioia ottiene il primo premio.
Nel 1930 lascia Gioia per andare a dirigere la Banda di Foggia, forse per una gentil donna o forse perché per un diverbio avuto con il Presidente della Commissione Amministrativa della Banda, signor Miraglino il suo l'orgoglio lo spinge a dimostrargli che la Banda di Gioia senza di lui era nulla o forse perché i suoi metodi autoritari avevano esasperato i musicanti che speravano di sostituirlo con il Maestro Pietro Argento, appena diplomato, che invece andò a dirigere il Concerto di Noci.
Falcicchio ritorna a Gioia nel 1939 e vi rimane fino alla morte, avvenuta in Gioia il 23 gennaio 1963.
Nel 1949 il Concerto di Gioia risulta l'unico iscritto al Concorso di Venezia, perché gli altri Corpi musicali si ritirano dando per scontata la vittoria della Banda di Gioia, diretta dal Maestro Falcicchio.
Nel concorso del Maggio Barese del 1952 la Banda di Gioia non può partecipare perché il Maestro Falcicchio viene designato a far parte della giuria.
Per i suoi meriti artistici e per aver portato alto il nome di Gioia in tutta l'Italia, il Consiglio Comunale di Gioia nel 1959 gli conferisce la cittadinanza onoraria.
A Falcicchio si devono molte trascrizioni di opere liriche per banda ed anche alcune composizioni personali, come una Marcia Funebre e un Inno a Gioia.
E' stato un uomo di grande abilità ed intuito; quando saliva sul podio si trasformava, sprizzava una forza ed un'energia unica.
Aveva ereditato una Banda di tipo fragoroso e squillante, che trasformò in una Banda ridotta nella sonorità, per avvicinarla sempre più ad una orchestra.
Era generoso, ma a volte sembrava feroce; aiutava i musicanti bisognosi, ma versati per la musica, era ammirato, riverito e temuto. A volte, infatti, per ottenere il massimo dal punto di vista professionale era cattivo; non perdonava l'errore.
Gli ascoltatori dovevano ascoltare in religioso silenzio.
Molti sono gli aneddoti che circolano sulla figura di Falcicchio.
Si racconta che la vigilia del Concorso a Venezia, mentre si svolgevano le prove a porte chiuse e si doveva eseguire come pezzo d'obbligo la 5° Sinfonia di Beethoven, i musicisti di Gioia erano terrorizzati. Falcicchio ebbe a dire: Di chi avete paura? Di loro? Della guerra? Di questa ( indicando la bacchetta ) dovete avere paura!
A proposito di Cavalleria Rusticana si racconta che Mascagni desiderava incontrare Falcicchio per dargli suggerimenti e consigli su come suonarla e che Falcicchio, che non accettava suggerimenti da chicchessia, abbia risposto che Mascagni si limitasse al suo ruolo di compositore, perché a quello di esecutore e direttore ci avrebbe pensato lui.
Sembra vero che lo stesso Pietro Mascagni dopo aver ascoltato l'esecuzione della sua Cavalleria Rusticana, ebbe a dire: Questi artigiani della musica vanno oltre le più positive intenzioni degli stessi compositori!
Quando un telegramma lo informò della morte di sua figlia, Falcicchio salì sulla cassa armonica e, tra l'incredulità del pubblico e dei musicanti attaccò con l'opera Il Silvano, cambiando il brano che era in programma. Con quel brano, pieno di struggente tristezza intese dare il suo ultimo addio alla figlia morta prematuramente; solo al termine dell'esecuzione si accasciò sul podio, sopraffatto dalla fatica nel dirigere e in preda al dolore e allo sconforto per la perdita della figlia.
La sua direzione sempre intensa e prorompente lo portò più volte a sfondare la cassa sulla quale dirigeva, come accadde una volta a Noicattaro, mentre un'altra volta, a San Severo, per la foga e la vibrante passione, crollò addirittura il palco su cui dirigeva, episodio quest'ultimo che viene segnalato in una vignetta a tutta pagina sul giornale La Domenica del Corriere.
Era un tipo galante con le donne, tanto che a volte aveva bisogno della chiamata di una grancassa, come segnale per presentarsi sulla cassa armonica e dare inizio all'esibizione del Concerto gioiese.
Con la sua morte da una parte il Concerto musicale di Gioia perde un grande Maestro e dall'altra gli amanti della musica perdono un serio, valente e impareggiabile professionista della bacchetta.
In occasione della sua dipartita l'Amministrazione Comunale fa affiggere un manifesto commemorativo dello scomparso e delibera l'assunzione a carico del Comune delle spese per i funerali del Grande Ufficiale Maestro Paolo Falcicchio.
Per onorare il suo ricordo gli Amministratori Comunali, qualche anno dopo la sua morte, hanno intitolato al Maestro Falcicchio una strada cittadina e successivamente, d'intesa con la locale Associazione " Amici della Musica ", nel 1990 hanno deciso di denominare il complesso bandistico di Gioia " Premiato Concerto Musicale Città di Gioia del Colle Paolo Falcicchio ".
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1 Comment To "Paolo Falcicchio"
#1 Comment By Pierfrancesco On lunedì, 10 dicembre 2007 @ 19:50
molto interessante la biografia di quest’uomo che ha fatto la storia delle bande musicali pugliesi assieme ai fratelli abbate e il maestro piantoni…si potrebbe anche avere un profilo biografico del maestro carmelo preite?
16 Settembre 2007