Il Teatro Comunale di Gioia
17 Febbraio 2009 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Eventi & Tempo Libero, Primo Piano, Storia, Turismo
L'idea della istituzione di un Teatro a Gioia, volontà che si afferma contemporaneamente a quella della formazione della Banda musicale municipale, nasce prima dell'Unità d'Italia.Si inizia a parlare di Teatro nella prima metà dell'Ottocento, precisamente nella seduta del Decurionato del 23 aprile 1837. Dal verbale di quella riunione apprendiamo che l'assemblea ha appena fissato le basi per il fitto del Lamione attaccato a San Domenico e che subito dopo qualche decurione ha fatto la mozione di essere cosa sorprendente e dispiacevole che in questo Comune che contiene al di sopra di 12 mila abitanti, e che è situato in un punto tra le Provincie di Lecce, la Basilicata ed una Strada Consolare, per dove transita la diligenza, e Procaccio, non vi sia un locale proprio da servire per Teatro, per cui sarebbe utile che il Lamione per lo quale sonsi già fissate le basi di affitto come sopra possa restare inaffittato, da servire per uso di Teatro ed ha concluso di passare la proposta in quest'atto istesso, con supplicarsi dal Sindaco i Superiori onde si benignino gradire una tale proposta per la migliore civilizazione di questa popolazione, al che compiacendosi i sullodati Superiori aderire, se ne aprirebbe subito una sottoscrizione volontaria per la formazione del Teatro in detto locale, da riattarsi all'uopo, essendo anche ciò di voto pubblico. L'intero Decurionato facendo eco, unanimemente a tale proposta, vi presta tutta l'adesione, e prega il Sig. Sotto Intendente dei suoi buoni uffici presso del Sig. Intendente perché sii appagato un tal desiderio da più tempo desiderato ed atteso da questo publico.
La Chiesetta della Candelora o di San Vito
2 Febbraio 2009 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Storia
Nella zona posta a nord di Gioia, antico Borgo Palmieri, oggi quartiere Sacro Cuore o " Giù alle Croci ", si può ammirare una chiesetta dedicata a San Vito Martire, opera del XVI secolo.
Nei verbali della Visita Pastorale del 1623 dell'Arcivescovo Gesualdo, viene indicata con il nome di cappella di Santa Maria della Candelora e si sottolinea che si celebra messa solo nel giorno della Candelora o della Purificazione.
Il culto per S. Vito è attestato sin dal 1572, ma verosimilomente è anteriore a tale data, visto che già in un documento del 1510 si parla di " ovilia S.ti Viti ".
La Chiesetta fu edificata al di fuori del centro abitato, a ridosso dei campi coltivati, poiché San Vito era venerato come colui che aveva il potere di proteggere dalla carestia, dalla fame e dal faticoso lavoro della mietitura, attività che si effettua proprio a giugno, periodo in cui cade la festività del Santo. Oggi tale luogo di culto non è più in una zona periferica, ma si trova in un popolato quartiere cittadino.
La facciata presenta un'architrave con un arco sormontato da un rosone tondo formato da otto spicchi. Sull'architrave è riportata la scritta A. D. 1895 e il versetto 4,31 del Vangelo di Marco: VENITE IN LOCUM DESERTUM ET REQUIESCITE PUSILLUM, venite in un luogo solitario e riposate un poco.
Lateralmente al portone d'ingresso sono presenti due lesene alla cui sommità sono poste due piccole guglie che nella forma richiamano il campanile delle vicina chiesa del S.Cuore. Il tetto è spiovente e presenta lungo i bordi una cornice ad archi degradanti. Nella parete posta a est si può scorgere un piccolo campanile che, unitamente alla presenza di una cupola che si presenta subito dopo aver varcato la porta d'ingresso, indurrebbe a pensare che in quella direzione ci