Gioia tra Unità d’Italia e brigantaggio. Il sergente Romano
30 Gennaio 2009 Autore: Francesco Giannini
Categorie: Storia
Al termine della " Impresa dei Mille " il generale Garibaldi, con suo decreto, convoca il popolo meridionale per il giorno 21 ottobre 1860, perché accolga o respinga il seguente plebiscito: " Il Popolo vuole l'Italia una e indivisibile con Vittorio Emanuele Re Costituzionale e i suoi legittimi discendenti? "
Sono chiamati a votare tutti i cittadini di sesso maschile che avevano compiuto i 21 anni.
Gioia nel 1860 contava circa 17.000 abitanti e il referendum, come si evince dalla deliberazione decurionale del 21 ottobre 1860, si tiene nel pubblico spiazzo antistante la Chiesa di San Francesco ( che da quell'episodio prende il nome di Piazza del Plebiscito o, come oggi più comunemente si tramanda, Piazza Plebiscito ), dalle ore 13 alle ore 24 d'Italia ( ossia dall'alba al tramonto ).
Per l'occasione vengono preparati 4.287 bollettini ( schede ) per il sì ed altrettanti per il no ( tanti erano i gioiesi aventi diritto al voto ).
L'annessione di Gioia al Regno d'Italia viene salutata nel nostro Paese da calorose acclamazioni, specie nei confronti del generale Garibaldi, e con feste patriottiche.
Se da una parte i liberali osannano a Garibaldi, considerandolo un Padre della Patria, dall'altra un manipolo di nostalgici del governo borbonico organizza un'opposizione al nuovo Regno, che è passata alla storia con il nome di Brigantaggio.